Nei momenti storici di grande cambiamento, se le comunità vogliono governare i nuovi processi ed evitare di cadere in un declino irreversibile, devono saper adattare le loro istituzioni. L’Unione europea, dopo la fine della guerra fredda, ha adattato le sue istituzioni con un primo passo cruciale creando l’unione monetaria; ma non è stata in grado di concordare una vera politica fiscale e sociale per l’euro. Più tardi, con il Trattato di Lisbona, ha rafforzato il ruolo legislativo del Parlamento europeo, ma anche in questo caso non è riuscita a creare una vera unione economica e politica per completare l’euro.
Come conseguenza, l’Unione europea si è trovata priva degli strumenti adeguati per reagire efficacemente alle sfide e alle crisi dell’inizio del XXI secolo: il crollo finanziario del 2008, i flussi migratori del 2015-2016, l’ascesa del nazional-populismo, fino al referendum sulla Brexit nel 2016. Questo ha determinato anche il rafforzamento del ruolo dei governi nazionali – inclusa un’eccessiva concentrazione di potere in seno al Consiglio europeo, bloccato da veti nazionali incrociati – e l’incapacità cronica di sviluppare una politica estera comune in grado di promuovere gli interessi strategici comuni dell’Europa.
Oggi, tuttavia, stiamo vivendo una storia diversa. Di fronte a una crisi sanitaria senza precedenti e al crollo delle sue economie, l’Europa ha reagito unita, mostrando una nuova volontà politica e indicando la via da seguire per il futuro dell’integrazione europea: ha posto le fondamenta per un’Europa della Salute con una strategia comune di vaccinazione senza precedenti, e ha dato vita ad un piano di ripresa finanziato da un debito comune che dovrà essere ripagato da tasse europee sui giganti digitali e finanziari e sulle emissioni inquinanti. Si tratta di un piano federale che deve diventare permanente perché fa compiere un grande salto all’Unione europea verso la creazione di un’Unione finanziaria e fiscale capace di affermare la sovranità europea sia all’interno che all’esterno. In questa prospettiva, come cittadini europei, noi ora aspettiamo con grande speranza l’inizio della Conferenza sul futuro dell’Europa.
Sarà il modo migliore per riunire cittadini, rappresentanti della società civile, ONG, sindacati, rappresentanti delle istituzioni nazionali ed europee, per discutere e decidere come procedere per adattare le nostre istituzioni e completare la costruzione della nostra Europa federale: avendo chiaramente in mente che le decisioni fondamentali sul debito comune e sulla tassazione non possono rimanere indefinitamente nelle sole mani dei governi nazionali, ma devono essere prese in modo efficace, trasparente e democratico.
Noi oggi abbiamo bisogno e vogliamo un’Unione politica forte e legittimata, dotata delle necessarie risorse finanziarie e in grado di affrontare le grandi sfide transnazionali del nostro tempo, per agire con efficacia su un’ampia gamma di politiche, che vanno dal cambiamento climatico, alle crescenti disuguaglianze sociali, alla salute e alla migrazione, fino agli affari esteri e alla difesa. Per questo chiediamo anche di rafforzare la democrazia a livello europeo, con veri partiti e movimenti politici europei e con vere campagne elettorali europee che prevedano una circoscrizione elettorale pan europea con liste transnazionali guidate dai candidati alla presidenza della Commissione europea.
Noi ci battiamo per un’Unione che, allo stesso tempo, sia una comunità di destino e di valori e un modello per il mondo che nasce: per mostrare come vivere in pace, per costruire la solidarietà transnazionale e sociale e per rendere vincolante la protezione dei diritti umani, lo stato di diritto e le libertà fondamentali.
Crediamo fermamente che il nostro futuro sia in un’Europa democratica e sovrana. Il tempo per realizzarla è ora: ora o mai più. Non sprechiamo questa opportunità.
Primi firmatari
- Sandro Gozi, Presidente dell’Unione dei Federalisti Europei (UEF) e Parlamentare europeo (Renew Europe)
- Brando Benifei, Presidente del Gruppo Spinelli e Parlamentare europeo (Socialisti & Democratici, S&D)
- Esteban González Pons, Vicepresidente del Gruppo del Partito popolare europeo (PPE) al Parlamento europeo
- Danuta Hübner, già Commissaria europea, Portavoce per il gruppo del PPE nella Commissione Affari costituzionali al Parlamento europeo
- Domènec Ruiz Devesa, Vicepresidente dell’UEF e Portavoce per il gruppo S&D nella Commissione Affari costituzionali al Parlamento europeo
- Pascal Durand, Portavoce per il Gruppo Renew Europe nella Commissione Affari costituzionali al Parlamento europeo
- Daniel Freund, Parlamentare europeo del Gruppo Verdi / Alleanza libera europea, Membro dell’Executive Board della Conferenza sul futuro dell’Europa
- Damian Boeselager, Portavoce per il Gruppo Verdi / Alleanza libera europea nella Commissione Affari costituzionali al Parlamento europeo
- Dimitrios Papadimoulis, Vicepresidente del Parlamento europeo, Gruppo della Sinistra GUE /NGL
- Fabio Massimo Castaldo, Vicepresidente del Parlamento europeo, Movimento 5 Stelle