N. 66 Gennaio 2016 | I fallimenti dell’Europa e la necessità di cambiare passo
L’ultimo vertice europeo ha confermato che il rischio di un naufragio del processo di unificazione europea è concreto. Bisogna dunque cambiare passo per risolvere le tre questioni prioritarie da cui dipende il futuro degli europei: il governo dell’eurozona, la sicurezza interna, la riforma dei trattati.
N. 65 Agosto 2015 | La crisi greca dimostra che la “manutenzione dell’esistente” non è più sufficiente
L’accordo sulla crisi greca ha dimostrato che la ricerca faticosa di accordi tra i governi alimenta una spirale di sfiducia reciproca e crea di fatto il terreno di coltura dei movimenti anti euro e anti sistema. L’Italia potrebbe essere determinante nella dialettica in corso se si schierasse a favore di un Ministro del tesoro e un bilancio per l’eurozona.
N. 64 Gennaio 2015 | Europei al bivio
I drammatici fatti di Parigi richiamano i governi europei ad una risposta politica all’altezza della sfida ai valori della civiltà democratica. Tante proposte sul tappeto richiamano la necessità di fondi ad hoc dell’area euro di natura federale. Serve solo la volontà di mettere in atto queste scelte invece di disperdersi in deboli alternative nazionali.
N. 63 Luglio 2014 | Una legislatura costituente
La radicalizzazione dello scontro che ha accompagnato la campagna elettorale si spiega in riferimento all’importanza che riveste questa legislatura: il nuovo parlamento ed i governi dovranno saper concludere il processo di trasformazione dell’unione monetaria in una vera unione politica a partire dalla realizzazione del federalismo fiscale.
N. 62 Febbraio 2014 | Verso la creazione di un bilancio autonomo dell’eurozona
Con le decisioni prese dal Consiglio di dicembre riguardo all’unione bancaria e a quella fiscale e l’avvio del negoziato sugli accordi contrattuali si apre, di fatto, la discussione sull’avvio dell’unione economica e di quella politica.
N. 61 Giugno 2013 | Un patto pre-costituzionale tra i paesi dell’eurozona per aprire la strada ad un governo democratico e federale
Le ultime dichiarazioni dei governi francese ed italiano sembrano voler superare le accuse al governo tedesco di condizionare le politiche europee per la crescita alla condivisione della sovranità e aprono la strada a un primo embrione di bilancio aggiuntivo per l’eurozona.
N. 60 Gennaio 2013 | Superare gli ostacoli sulla strada delle “quattro unioni”
Realizzare le unioni bancaria, fiscale, economica e politica sciogliendo il nodo della legittimità democratica: questa è la rotta che i governi dell’eurozona, e le istituzioni europee si sono impegnati a seguire per mettere in sicurezza l’euro, risolvere la crisi del debito sovrano e creare una vera unione economica e monetaria.
N. 59 Luglio 2012 | Sfruttare il cambio di clima in Europa per tradurre il nuovo fermento di proposte in iniziative politiche
La crisi dell’Euro non è ancora risolta, ma con la decisione dei governi dell’Eurozona di procedere subito sulla strada delle unioni bancaria e di bilancio, l’approvazione del parlamento tedesco del fiscal compact e del MES e gli impegni analoghi assunti da Francia, Italia e Spagna il clima è cambiato e si è aperta una finestra di opportunità per fare l’Europa.
N. 58 Maggio 2012 | Riprende forza il dibattito sull’architettura istituzionale necessaria all’Europa
I governi europei stanno prendendo coscienza del fatto che il pesantissimo e prolungato attacco speculativo contro l’euro è da imputare innanzitutto alla mancanza di strumenti di governo efficaci dell’unione monetaria ed ad affrontare i nodi cruciali dell’unione fiscale e di bilancio e del rafforzamento dell’unione politica tra i paesi dell’Eurozona.
N. 57 Dicembre 2011 | La rottura con la Gran Bretagna apre una nuova fase del processo europeo
L’autoesclusione della Gran Bretagna dall’accordo con cui la Germania e la Francia hanno voluto segnare l’avvio del rafforzamento dell’Unione monetaria indica che si è consumata una rottura di enorme peso politico, decisiva per rendere possibile quel salto di qualità di cui il processo europeo ha bisogno.
N. 56 Luglio 2011 | Le primavere arabe e l’assenza dell’Europa
La precarietà del quadro politico, economico e finanziario mondiale, la fragilità delle prospettive di integrazione euro-mediterranea e l’incapacità degli europei di proporre ai paesi africani un piano di co-sviluppo pongono seri dubbi sulle possibilità di successo delle primavere arabe.
N. 55 Gennaio 2011 | Chi è sovrano in Europa?
Gli Europei non hanno ancora preso atto del fatto che la crisi dell’euro non ha messo semplicemente a nudo la fragilità delle regole dell’Unione e le debolezze strutturali di alcuni paesi europei, ma ha posto a loro, ancora una volta, il problema di decidere chi deve essere sovrano in Europa.
N. 54 Settembre 2010 | Per superare la crisi finanziaria occorre andare oltre il metodo comunitario
I mercati hanno identificato nell’Europa il soggetto più fragile, e quindi perdente, all’interno dei nuovi equilibri mondiali. La vera sfida per gli europei è quella di rilanciare il progetto della Federazione europea per andare oltre il metodo comunitario in cui le materie vitali per i cittadini restano ai paesi membri. Per superare i timori tedeschi sui costi economici dell’operazione, occorre che la Francia apra alla messa in comune la sovranità nel campo della politica estera e di sicurezza.
N. 53 Marzo 2010 | Riformare il Trattato di Lisbona per sbloccare la costruzione europea
In un’Europa proiettata ad allargarsi, i cittadini, pur continuando a credere nel progetto di un’Europa unita, sono prigionieri di un quadro nazionale in cui questo progetto non è più all’ordine del giorno e che li condanna all’irrilevanza a livello mondiale. E’ necessario un cambio di rotta con un’iniziativa per unire politicamente un numero ristretto di paesi, pur salvaguardando l’acquis communautaire per tutti.
N. 52 Dicembre 2009 | La sentenza della Corte costituzionale tedesca blinda il Trattato di Lisbona
Con il Trattato di Lisbona il progetto europeo si è arenato. La stessa Corte costituzionale tedesca ha ricordato che le materie fondamentali non possono essere “comunitarizzate” perché il voto a maggioranza nel Consiglio violerebbe i diritti democratici. L’Unione politica si potrà realizzare solo attraverso un esplicito atto costituente, che non può avvenire se non a partire da un primo nucleo di paesi.
N. 51 Luglio 2009 | L’attualità della proposta Schäuble-Lamers per sbloccare l’impasse che paralizza l’Unione
I risultati delle forze populiste alle recenti elezioni europee confermano la disaffezione dei cittadini verso questa Europa che non è in grado di. La proposta di Schäuble-Lamers, fatta 15 anni fa, dell’Europa a più velocità riemerge necessariamente ad ogni crisi, poiché è incontrovertibile il fatto che questa soluzione è la sola in grado di sbloccare l’impasse che paralizza l’Unione.
N. 50 Aprile 2009 | Il quadro istituzionale europeo alla prova della crisi economico-finanziaria
Le iniziative dei governi per combattere la crisi si dimostrano inefficaci e minacciano i principi dell’unione economica e monetaria. Proposte come l’emissione di eurobond e la creazione di un governo europeo dell’economia renderebbero invece l’Europa più capace di reagire, ma implicano l’abbandono del metodo dell’adesione volontaria degli Stati a regole collettive.
N. 49 Novembre 2008 | Agli equilibri mondiali manca un polo europeo
Negli ultimi mesi il mondo è stato scosso da due gravi crisi. La prima, di carattere militare e con implicazioni politiche regionali, è quella legata al conflitto tra Russia e Georgia. La seconda, di natura finanziaria e con un impatto economico globale, è legata al crollo di numerosi colossi bancari e delle borse in tutto il mondo. Si tratta di due crisi di gravità molto diversa per quanto riguarda le implicazioni e l’impatto che stanno avendo sui nostri paesi, ma accomunate dal fatto di essere il prodotto del profondo mutamento in atto negli equilibri mondiali. Entrambe hanno contribuito a far cadere il velo che ancora celava la fine dell’unipolarismo americano, aprendo così scenari nuovi ancora difficili da definire. Un fatto è certo. La strategia perseguita dagli Stati Uniti dopo il crollo dell’Unione Sovietica non solo si è esaurita, ma è sostanzialmente fallita. Infatti l’obiettivo principale di questa strategia, cioè quello di preservare l’egemonia americana, non è stato raggiunto sia perché altre potenze emergenti hanno iniziato ad imporre di fatto la condivisione della leadership internazionale, sia perché il modello di potenza mondiale guida incarnato dagli USA è entrato in crisi mostrando i propri limiti intrinseci e raccogliendo sempre meno consenso. Sul piano economico e finanziario il tentativo americano di usare la propria superiorità per sfruttare i mercati emergenti non ha tenuto conto della capacità dei maggiori tra essi, in particolare della Cina, di volgere a proprio vantaggio la logica del liberismo. Mentre sul piano strategico-militare gli USA, perseguendo un velleitario disegno egemonico globale, hanno escluso la possibilità di cooperare su un piano di parità con altri Stati in grado di esercitare un’influenza anche solo a livello regionale. Perno centrale di questa strategia è stata la prospettiva del riarmo, per accrescere ulteriormente il divario tra se stessi e il resto del mondo in campo militare, con l’obiettivo innanzitutto di assumere il controllo dell’area mediorientale, strategica per le riserve energetiche, e di isolare e neutralizzare la Russia – la sola potenza nucleare in grado di sfidare Washington – sfruttando a questo scopo l’allargamento dell’Unione europea e della NATO. Se il fallimento della politica americana in Medio Oriente è sotto gli occhi di tutti, la Russia, da parte sua, con l’intervento in Georgia ha dimostrato definitivamente che anche il tentativo di mantenerla in posizione subordinata non ha funzionato. Tra l’altro, questo intervento ha messo in evidenza, al di là delle dichiarazioni di principio, come l’America non sia in grado di proteggere i propri alleati nella misura in cui è già fortemente impegnata su un altro fronte e ha mandato sotto questo profilo un chiaro segnale ai paesi dell’Est europeo. La Russia emerge così da questa crisi confermando ulteriormente di avere riacquisito il proprio status di potenza regionale e di essere determinata ad avere un forte peso sulle vicende mondiali. Essa ha di fatto messo in crisi il piano americano che mirava ad accerchiarla tramite la NATO, sia perché ha saputo ristabilire rapporti privilegiati con alcuni dei paesi che gli USA speravano di trasformare in propri alleati, come per esempio il Kazakhstan, sia perché la stessa “vecchia Europa” ad un certo punto ha scelto di non sostenere fino in fondo la linea statunitense e ha incominciato a temporeggiare sull’ingresso dell’Ucraina e della Georgia nell’alleanza atlantica. Inoltre, con l’affermazione del proprio controllo in Ossezia del Sud e in Abkhazia, Mosca ha sconfitto definitivamente il piano statunitense, che mirava a limitare il suo controllo sul Mar Nero e sui gasdotti che riforniscono l’occidente e, di riflesso, ha inferto un duro colpo ad una politica energetica europea più autonoma e diversificata. Tutto questo non significa un ritorno al
N. 48 Giugno 2008 | La rivoluzione verde, la crisi alimentare e le scelte mancate dell’Europa
La crisi alimentare della primavera di quest’anno dimostra l’urgenza di promuovere un’altra politica agricola in tutti i continenti per offrire cibo a sufficienza ad un mondo in continua crescita demografica. Un compito al quale l’Europa, divisa in Stati sovrani, non è preparata.
N. 47 Marzo 2008 | Un potere nuovo in Europa per far fronte alla decadenza e alla disgregazione
La grave crisi politica ed economica in cui si trova l’Italia è l’aspetto più vistoso della generale involuzione della situazione europea alla quale gli europei possono far fronte solo riavviando il processo di integrazione europea su basi nuove.