N. 29 Giugno 2003 | L’interesse dell’Europa resta un equilibrio mondiale multipolare
Nonostante il successo americano nella guerra in Iraq e il ricompattamento dei suoi alleati, il solo possibile assetto progressivo dell’equilibrio internazionale, che garantirebbe la stabilità e un reale sviluppo di tutte le regioni del pianeta, non può che essere basato sul multipolarismo e sulla nascita di un polo europeo, impossibile senza la creazione di uno Stato federale europeo.
N. 28 Aprile 2003 | La questione dei rapporti con gli USA e il ruolo dei Paesi fondatori
Con guerra all’Iraq l’Europa si trova di fronte ad una fase cruciale della sua storia, nella quale sono necessarie decisioni rapide e radicali, che investano il problema della sovranità. Una questione che non può essere affrontata e risolta nel quadro dei Venticinque, né in qualunque altro quadro che comprenda la Gran Bretagna.
N. 27 Febbraio 2003 | Le false alternative in gioco a Bruxelles
Ciò che è in gioco alla Convenzione di Bruxelles è la scelta tra due modelli intergovernativi: uno più esplicito, sostenuto dai grandi Stati, e uno parzialmente mascherato – il cosiddetto metodo comunitario – difeso dai piccoli Stati. Una disputa che mette a rischio la coesione dei paesi fondatori, i soli che possono portare l’Europa all’unificazione.
N. 26 Dicembre 2002 | L’impatto della crisi economica sulle istituzioni europee
Il codice della concorrenza che impedisce gli aiuti di stato e la politica deflazionistica imposta dal Patto di stabilità frenano lo sviluppo e diventano catastrofici nelle fasi di recessione. D’altra parte una loro violazione provocherebbe la crisi dell’euro e della stessa Unione.
Il problema è quindi quello di creare un vero governo europeo, che sappia elaborare e portare avanti una vera politica industriale europea.
N. 25 Ottobre 2002 | Gli shock asimmetrici, il tallone d’Achille del Patto di Stabilità
Affiancare alla moneta unica una politica europea di bilancio autonoma dagli Stati presuppone la creazione di un vero e proprio Stato federale, a partire da un nucleo di Paesi in cui ciò sarà inizialmente possibile.
N. 24 Luglio 2002 | Perchè la Convenzione porti ad un reale cambiamento occorre dare spazio ai veri federalisti
Il cosiddetto fronte federalista nella Convenzione resta prigioniero del metodo comunitario e non mette in discussione il ruolo dominante che gli Stati oggi detengono nell’Unione Europea. Il metodo federalista, al contrario, si propone la creazione di un nuovo sistema decisionale di natura statuale, che abbia un collegamento diretto e reale con i cittadini.
N. 23 Maggio 2002 | Il Vertice di Barcellona conferma la deriva involutiva dell’Unione Europea
Con la decisione presa a Laeken di dar vita a una Convenzione i governi cercano soltanto di prendere tempo. Il metodo comunitario con i suoi obiettivi intermedi ha ormai fatto il suo tempo. Il processo di integrazione può essere rilanciato soltanto dai Paesi fondatori, dove esiste un patrimonio di consapevolezza europea più ricco che altrove.
N. 22 Febbraio 2002 | Con la nuova politica europea di Berlusconi l’euroscetticismo penetra nel cuore dell’Europa
Con le ultime prese di posizione del suo governo, l’Italia rischia di isolarsi in Europa e di minare le prospettive di avanzamento del processo di integrazione che non possono più far affidamento sulla coesione dei sei Paesi fondatori.
N. 21 Dicembre 2001 | L’UE sempre più impotente di fronte al progressivo degrado della situazione internazionale dopo l’11 settembre
Di fronte alla crescente fragilità dell’egemonia americana e all’ascesa della Russia e della Cina, è necessario tornare a parlare di sovranità e di Stato europeo.
N. 20, Settembre 2001 | L’allargamento e la crisi del processo di integrazione europea
L’allargamento si sta dimostrando una minaccia per una coesione europea che si sta indebolendo sempre più. Serve un progetto concreto dei sei paesi fondatori per rilanciare l’Unione politica.
N. 19 Maggio 2001 | Lo stallo dell’UE, i pericoli dell’allargamento e le responsabilità dei sei paesi fondatori
Il processo di unificazione europea è arrivato alla fase finale in cui resta solo il passo conclusivo della creazione di uno Stato federale. Se i sei paesi fondatori non sapranno prendere l’iniziativa e sbloccare lo stallo, l’allargamento può segnare la fine della prospettiva dell’Unione politica.
N. 18 Marzo 2001 | Dopo il Vertice di Nizza il tempo lavora contro l’Europa
Con la creazione della moneta europea il solo passo avanti che rimane da compiere è quello definitivo della creazione dell’Unione federale. Ma la prospettiva della rinuncia alla sovranità nazionale sta oscurando la visione e paralizzando la volontà degli uomini di governo. Imboccare la strada dell’allargamento per guadagnare tempo è una scelta pericolosa.
N. 17 Gennaio 2001 | Dopo Nizza la stagione delle riforme parziali dell’Unione è terminata
I problemi istituzionali affrontati a Nizza non possono trovare una soluzione nell’attuale quadro politico-istituzionale dell’UE ma possono essere affrontati soltanto nel contesto di una riforma globale dell’Unione, come aspetti di una costituzione federale.
N. 16 Ottobre 2000 | Una costituzione federale per l’Europa
I discorsi di Fischer del 12 maggio e di Chirac del 27 giugno hanno riportato i problemi cruciali del processo di unificazione europea all’attenzione dell’opinione pubblica. Questi problemi si possono raggruppare in tre capitoli: I) la natura e il punto d’arrivo del processo costituente, II) i principi generali della Costituzione europea e III) le istituzioni e la ripartizione delle competenze.
N. 15 Settembre 2000 | Con Fischer e Chirac la federazione europea torna al centro del dibattito politico
La novità rivoluzionaria presente nei loro due discorsi consiste nella chiara enunciazione della consapevolezza che – di fronte alla prospettiva dell’allargamento – l’Unione stessa sarebbe condannata a dissolversi senza una radicale riforma istituzionale; e che questa riforma potrà aver luogo, all’inizio, soltanto nel quadro di un numero ristretto di paesi, a partire dai sei paesi fondatori.
N. 14 Maggio 2000 | Il Consiglio europeo di Tampere non passerà alla storia
Il Consiglio ha deciso che rappresentanti delle istituzioni europee e dei Parlamenti nazionali elaboreranno una Carta europea dei diritti fondamentali.
Ma l’Europa non ha bisogno di un’altra dichiarazione, ma di creare un potere federale che, proteggendo e promuovendo la dignità, la sicurezza e il benessere dei cittadini dell’Unione, di quei diritti consenta la realizzazione.
N. 13 Marzo 2000 | La cooperazione rafforzata non basterà a risolvere i problemi dell’Unione allargata
L’allargamento dell’Unione è un’esigenza ineludibile, ma un’Europa a 27 o 28, con le istituzioni attuali, diverrebbe del tutto ingovernabile se non si abbandona il metodo intergovernativo per creare un nucleo federale.
N. 12 Gennaio 2000 | Le scelte impossibili per uscire dall’impasse
Il processo di unificazione europea è giunto ad un’impasse da cui sarà possibile uscire solo con la scelta decisiva della federazione europea. Ma i governi non intendono rinunciare al dogma della sovranità nazionale e al metodo intergovernativo e con proposte come la modifica dell’art. 48 e il voto a maggioranza fanno solo il gioco delle forze sovraniste.
N. 11 Novembre 1999 | Costituzione significa Costituzione di uno Stato
Il problema della Costituzione europea non è certo soltanto quello di redigere un testo, ma quello di fondare un potere nuovo, cioè di costituire uno Stato federale sovrano in un ambito che oggi è occupato da una pluralità di Stati sovrani.
N. 10 Settembre 1999 | La vera causa dell’astensionismo alle elezioni europee
Nonostante le decisioni più importanti si discutano a livello europeo, è nel quadro nazionale che si organizzano gli interessi. Questo perché non esiste un vero governo europeo, ma soltanto un Consiglio di Stati sovrani, le cui decisioni più importanti sono sottratte ad ogni controllo democratico e sono subordinate al ricatto del veto. E’ questa la vera causa del deterioramento delle istituzioni democratiche.